
Javascript è un piccolo passo per un uomo ma grande per l’umanità visto che è utilizzato a man bassa su tutti i moderni applicativi nelle nuove formule lato server con tecnologie come node, vue, typescript angular, react etc etc. Ma come avviene l’interazione con l’utente con javascript? Analizziamo la seguente pagina presente all’ indirizzo: https://www.farwebdesign.com/schrodinger/gatto.html che consente varie interazioni sugli elementi dislocati all’ interno del tag body. Prendiamo in esame uno per uno facendo prima una carrelata su metodi che lo sviluppatore lato front end si ritroverà a aplleggiare quotidianamente. Prendiamo ad esempio il metodo getElementById ma prima prendiamo il toro per le corna: javascript ha a che fare con l’intero documento che è considerato l’oggetto principale del DOM. Il DOM è l’acronimo di document object model, ossia un luogo di gerarchie di oggetti che prende a modello gli alberi della natura nella sua struttura in cui si annidano elementi padri ed elementi figli. Nell’ HTML il body è un elemento padre ma pur sempre figlio del tag HTML. Un paragrafo è un elemento figlio rispetto a un paragrafo e anche a un blocco divisore <DIV> se dovesse essere contenuto al suo interno. Quindi possiamo considerare il nostro metodo come qualcosa che restituisce l’elemento che ha l’attributo ID con il valore specificato. Questo metodo è uno dei metodi più comuni nel DOM HTML e viene utilizzato quasi ogni volta che si desidera manipolare o ottenere informazioni da un elemento del documento. Restituisce null se non esiste alcun elemento con l’ID specificato. Un ID dovrebbe essere univoco all’interno di una pagina. Tuttavia, se esiste più di un elemento con l’ID specificato, il metodo getElementById () restituisce il primo elemento nel codice sorgente. Posso usare anche altri metodi che catturano gli elementi della pagina come una giugantesca tenaglia di un rottamatore di auto. Ad esempio l’espressione var x = document.getElementsByTagName(“p”); non fa altro che catturare tutto il valore contenuto all’ interno del paragrafo P all’ interno della variabile X e in questo caso abbiamo usato il selettore di javascript getElementsByTagName(“p”). Decisamente la tecnica di contrassegnare gli elementi divisori della pagina a un identificativo univoco (ID) è largamente diffuso tra gli sviluppatori. Vediamo quindi il contenuto della pagina https://www.farwebdesign.com/schrodinger/gatto.html e analizziamo tutti gli elementi presenti:
<!–
<head>
<meta charset=”UTF-8″>
<script>
function myFunction() {
document.getElementById(“demofunction”).innerHTML = “ho cambiato il paragrafo con una funzione”;
}
</script>
</head>
<body>
<div align=center>
<h3>Scopri che cosa puoi fare con javascript!</h3>
<p id=”demostyle”>Cambia il font del paragrafo con la proprietà style del metodo getElementById </p>
<button type=”button” onclick=”document.getElementById(‘demostyle’).style.fontSize=’35px'”>Cambia il testo del paragrafo con la proprietà style</button></br>
<hr>
<h2>Il gatto di Schrodinger è vivo o morto?</h2>
<p >In questo caso javascript cambia il valore del sorgente immagine con la proprietà SRC del metodo getElementById</p>
<button onclick=”document.getElementById(‘myImage’).src=’gattomorto.jpg'”>Scopri se il gatto dentro la scatola ha fatto danni</button><br>
<div id=demogatto><img id=”myImage” src=”gattovivo.jpg” style=”width:100px”></br>
<button onclick=”document.getElementById(‘myImage’).src=’gattovivo.jpg'”>Riporta il gatto in vita</button></div>
<button type=”button” onclick=”document.getElementById(‘demogatto’).style.display=’none'”>Fai fuori il gatto per sempre!</button><br>
<button type=”button” onclick=”document.getElementById(‘demogatto’).style.display=’block'”>Lazzaro gatto ritorna!</button>
<hr>
<button type=”button” onclick=”document.getElementById(‘demochange’).innerHTML = ‘testo cambiato'”>Cambia il testo del paragrafo</button><br>
<p id=demochange>Cambia il testo</p><br><br>
<button type=”button” onclick=”myFunction()”>Cambia il testo del paragrafo usando una funzione</button><br>
<p id=demofunction>Cambia il testo</p><br>
<hr>
</div>
</body>
–>
schiacciando il primo tasto in alto modifico la dimensione del font usando la proprietà STYLE.FONTSIZE messa disposizione dal metodo getElementById per cui azionando il click sul pulsante con l’evento onclick azionerò il cambio di dimensioni del paragrafo contrassegnato da id=demostyle con l’istruzione completa document.getElementById(‘demostyle’).style.fontSize=’35px’. A questo punto siamo riusciti ad analizzare la spinosa questione del gatto di Schrodinger, estrapolando infatti da wikipedia:
…il paradosso del gatto di Schrödinger è un ESPERIMENTO MENTALE ideato nel 1935 da Erwin Schrödinger, con lo scopo di illustrare come la meccanica quantistica fornisca risultati paradossali se applicata ad un sistema fisico macroscopico. Andando decisamente contro il senso comune, esso presenta un gatto che, in uno stato noto come sovrapposizione quantistica, può essere contemporaneamente sia vivo che morto, come conseguenza dell’essere collegato a un evento subatomico casuale che può verificarsi o meno. Il paradosso è descritto spesso anche nelle discussioni teoriche sulle interpretazioni della meccanica quantistica. Il gatto romperà la fiala disposta in una scatola chiusa dopo che ne è stato segregato? Quali comportamenti imprevedibili avrà all’ interno dello spazio compresso?
Per javascript queste questioni paradossali sono facilmente risolvibili, infatti utilizzando sempre il metodo di contrassegno degli ID che sono tutti registrati con coordinate anagrafiche sulla pagina, possiamo assegnare loro dei compiti solo usando il metodo di attribuzione proposto dal metodo getElementById per cui schiacciando un pulsante posso sapere che fine farà il gatto, se voglio riportarlo allo stato iniziale lo potrò fare e anche ucciderlo definitivamente se il gatto dopo l’esperimento si comporta come un leone e tenta di sbranarci. Tuttavia c’è anche un tasto di ripristino che farà ritornare in vita il nostro amato gattino cambiando lo stato del DIV che contiene tutti gli elementi che da display = none ridiventa display = block nelle proprietà di stile. Poi abbiamo anche la dimostrazione dopo Schrodinger di cosa può fare il metodo getElementById in sincronia con la proprietà innerHTML che cambia il testo e poi dulcis in fundo (Dulcis in fundo è un’espressione pseudo-latina che, all’orecchio di un parlante Italiano, significherebbe “il dolce giunge alla fine del pranzo”. Come tale è considerata da Giuseppe Fumagalli, “Il dolce viene in fondo”). Insomma per afferrare gli elementi all’ interno della pagina javascript propone numerose soluzioni, nel frattempo ne sappiamo di più sulla fisica quantistica.
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