
IL COACHING SPORTIVO. LA MENTALITÀ VINCENTE DI UN ATLETA di Federico Di Carlo, scheda internet https://www.andmybook.it/prodotto/il-coaching-sportivo-la-mentalita-vincente-di-un-atleta/, è una guida completa orientativa alle attività agonistiche finalizzata a raccogliere il massimo dalla pratica sportiva che è irta di difficoltà e di insidie. Il cervello è quanto mai complesso da guidare verso un risultato finale da raggiungere attraverso una serie di complicati passaggi intermedi oltre alla pratica del campo: l’allenamento fisico non deve essere disgiunto dalle buone pratiche della mente, che fin da subito, quando si intraprende qualsiasi disciplina, deve essere veicolata verso una serie di buone abitudini. Fortunatamente l’insieme delle problematiche che possiamo ritrovari in qualsiasi sport come tennis, golf, tiro al piattello ma anche il gioco degli scacchi ad alto livello passano lungo una palude lastricate di insidie che bisogna conoscere. Ecco allora comparire la figura del mental coach che va riabilitata in mezzo a tutto il labirinto di guru salvifici, venditori di fuffa e graduati pseudo professionisti con le pareti ricche di riconoscimenti accademici che promettono risultati strabilianti come per le diete dimagranti. Leggendo questo manuale di pronta consultazione il praticante di sport desideroso di migliorare le sue prestazioni non perderà sette kg in sette giorni e non riuscirà chiudendo l’ultima pagina a diventare campione del mondo nella sua disciplina, ma alla fine avrà chiari tutta una serie di meccanismi che spiegano come funziona il cervello e la psicologia di una atleta quando è sotto pressione ed fortemente sollecitato a cercare alibi per i suoi insuccessi. La prestazione sportiva ha bisogno di un lavoro multidisciplinare di conoscenza a partire da chi investe per perseguire un risultato finale. La famiglia di chi pratica sport se abbiamo da seguire un ragazzo ricco di potenziale deve viaggiare all’ unisono con tutto il personale che ruota intorno al potenziamento della prestazione e quindi oltre alla fisiologia degli allenamenti seguiti magari da personale addetto sono necessarie risorse che sbloccano l’atleta dalle sue performances negative quando si presentano. Pensiamo solo alle formule di autosabotaggio che può mettere in pratica qualsiasi cervello quando è sotto pressione, in fondo se rievochiamo le scenate tennistiche di gente come il celebre John McEnroe o casi più moderni ancora recenti come quelli di una rinata Serena Williams che un tempo non disdegnava di spaccare qualche racchetta a terra inveendo contro l’arbitro, capiamo subito come queste strategie autodistruttive siano solo un modo per scaricare una intollerabile pressione interna di fronte a un risultato che sta per favorire l’avversario. Il mental coach deve fare un lavoro abnorme, in primo luogo di conoscenza contestuale di come e dove opera il suo protetto, se si stratta di un giovane atleta deve trovare subito una immediata simpatia con la famiglia che deve organizzare le competizioni per esempio, ma deve preoccuparsi dopo aver visto e visionato tutto il quadro generale anche di costruire una mentalità forte forte nell’ atleta che alla fine del percorso dovrà essere completamente autonomo dopo il trasferimento di conoscenza. Murray ad esempio dopo un lungo lavoro con Lendl aveva trovato una rigorosa stabilità, ma a connubio disciolto, il suo gioco ne ha risentito nelle prestazioni verso la prima posizione ATP. Del resto in una famosa finale persa a Wimbledon da Nadal contro Federer poi riscattata negli anni con gli interessi, lo spagnolo confessa di aver pianto amaramente ma di aver appreso da quella lezione qualcosa di importante. Semplicemente la sua testa era partita durante le giocate decisive dell’ ultimo spezzone di gioco. Perché? Successivamente la paura di perdere e la pressione esercitata dai doveri agonistici e dalla tensione profusa del pubblico è stato un problema su cui lo spagnolo ha lavorato riuscendo a isolarsi completamente da queste interferente interne ed esterne, concentrandosi solo sul saper fare e sul voler essere, l’unico modo per arrivare alla logica conclusione finale, quella della prestazione vincente. Le procedure del cervello vanno esplorate e i processi cognitivi conosciuti, la nostra macchina non è in grado di elaborare con profitto più di sette bit alla volta e spesso si focalizza sul bicchiere mezzo vuoto anzichè su quello mezzo pieno. Il mental coach ristabilisce questo squilibrio e porta il suo assistito a mostrare solo quello che necessita in un rapporto di causa ed effetto per raggiungere la meta finale. Non è di nessuna utilità pratica ripetersi il mantra non ce la posso fare una presupposizione che porta inevitabilmente a un non ce la farò finale e quindi alla inevitabile sconfitta, mentre è molto più utile pensare a comportamenti adattivi durante il gioco che portano a un cambio di prestazione, trasformando una calamità in una opportunità per superare magari il letale dritto lungo linea dell’ avversario con palle corte alternate a palleggi sul rovescio altrui per esempio.
Pensiamo solo a che cosa deve fare un tennista quando impatta la palla in frazioni di secondo millesimali, a quale sforzo istintivo di tipo fisico-animale deve farsi carico andando a replicare con colpi veloci ed accurati, automatismi che sono in allenamento sono possibili schedulare e far propri nella psicosomatica delle sensazioni. Il mental coach lavora moltissimo sulle neuroassociazioni e sulla decostruzioni, favorisce la nascita di ancore emozionali vincenti, sa bene quando far leva sul suo assistito per svincolarlo da parallelismi nefasti, come una cattiva dialettica con se stessi ereditata dai modelli culturali imperanti che spesso portano gli sportivi all’ abbandono della pratica agonistica in una società che implora all’ atleta solo di superare il limite massimo senza fermarsi ai gradini inferiori. Saper fare e saper essere, lo sa bene chi incapace di superare i sei metri nel salto in alto trova però il modo di superare il suo record personale da 5 e 30 a 5 e 40, con inevitabile gioia e distruzione di un limite che importante per se stessi e portatore di autostima e fiducia in vista dei prossimi traguardi. Un mental coach avendo a che fare con la conoscenza di materie come antropologia sociologia e psicologia sa bene che nella scatola nera delle persone accadono dinamiche oscure che occorre riportare alla luce per rendere consapevole l’atleta. Lo sport porta valori, fare bene le cose a prescindere anche se son si supererà mai l’asticella al traguardo dei sei metri significa rendersi partecipi di un miracolo avvenuto prima di tutto con se stessi, del resto la cronaca sportiva è piena di campioni che nelle finali di tiro al piattello non sono riusciti a centrare il podio alla prima occasione, ma che nel corso del tempo con la pratica costante e l’allenamento intensivo, sono riusciti a diventare imbattibili nelle competizioni successive. Un libro completo ricco di riferimenti scientifici e delle ultime tendenze del coaching sportivo, un manuale utile anche per chi cerca un professionista serio che operi in favore dell’ atleta, un vademecum che ben si accompagna anche ai lavori precedenti dell’ autore, orientati a risvegliare nell’ agonista di qualsiasi branca quel quid in più in grado di fare la differenza quando c’è in gioco un risultato eclatante. E se condideriamo che in fondo anche la vita di tutti i giorni non è altro che una competizione sportiva, chiunque da questo libro-metafora potrà trarre suggerimenti utili anche per conoscere meglio se stessi e in ultima analisi a migliorare la qualità del suo vissuto. Federico di Carlo ha sicuramente messo in piedi un campionario completo e accurato sulla pratica sportiva finalizzata al risultato, ricco di riferimento bibliografici e delle ultime novità scientifiche sviscerando un labirinto complesso, dove viene offerto al lettore una formula di orientamento per ritrovare la navigazione corretta verso porti sicuri. Il profilo dell’ autore di può raggiungere qui: https://www.andmybook.it/staff/di-carlo-federico/ mentre sul prodotto libro siamo allineati come sempre a un ottima percezione, tanto per restare in tema. Impeccabile infatti come sempre la confezione del prodotto curata da https://www.andmybook.it/pubblicare-libro-book-on-demand/ costola di Caravaggio editore, indirizzo internet: https://www.facebook.com/pubblicarelibrobookondemand/ .
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