A Monterotondo con Montegrappa edizioni: Nocera Ombrosa e Mauro Carpa finalisti nel concorso letterario “metti un racconto a cena”.
La manifestazione di premiazione del concorso “metti un racconto a cena” edita da Montegrappa edizioni si è svolta il 26 Ottobre a Monterotondo, località nell’ entroterra laziale ricca di colline verdeggianti e di borghi arroccati su attrattivi cucuzzoli non solo per vetuste esigenze pratiche difensive, ma soprattutto per arginare il debordare delle acque che anticamente modificava radicalmente la morfologia del territorio. Presenti aspiranti scrittori da tutta Italia e persino dalla lontanissima Germania, con altissima qualità degli scritti e con sorprese inaspettate tipo il bellissimo racconto del tredicenne Giovanni Laricchia dal titolo “il mondo senza”. Certo gli scritti scelti nell’ inclusione antologica del volume sono tutti intriganti, innovativi e originali. Vediamo come presenta l’introduzione il direttore artistico Anna Ludovici che ha curato la selezione del materiale: una girandola di racconti ci accompagnerà in questa lunga cena letteraria: pennellate di natura, ricordi e sogni, visioni inquietanti, angeli e quasi suicidi…Humor e fantasia, leggerezza e corposità, un vagare trionfante, a volte insolente, mai noioso, tra i meandri della mente e dell’ anima dei nostri scrittori, che vi terranno compagnia, facendovi a volte riflettere, a volte sorridere, emozionarvi e stupirvi in questo lungo pasto serale. Buon Appetito! Il concorso è stato articolato come una sfida: riusciranno i nostri aspiranti scrittori a intrigare in uno spazio ristretto di sole due pagine i nostri commensali serali? La risposta è scontata, visto che la giuria, a causa della qualità elevata dei lavori pervenuti, si è vista costretta ad ampliare il podio a tre posti per farlo diventare di sei! Questa volta il detective più famosi di Collemosso (ovviamente non si deve sapere che questo particolare segugio abita a Colle di Nocera Umbra in realtà, ndr) deve risolvere un difficile caso di corruzione che vede coinvolto l’assessore alla cultura di Nocera Ombrosa (anche qui non si deve sapere che nell’ evocazione dell’ universo carpesco, questa località è la proiezione reale di un CAP realmente esistente, nello specifico 06025 ma non solo, ndr) il petulante Rocco Tamburini, in quel di Spoleto. La sfida mette in evidenza le suggestive bellezze di una località realmente esistente, Castagneto Alta, ma anche la sua dimensione isolata dovuto a un estraneante spopolamento e inutile dire che il crimine di cui si parla nella narrazione è funzionale per mettere in evidenza solo la cornice esterna dei luoghi in cui vive il detective, alter ego catartico dell’ autore. Mauro Carpa in Umbria si impone all’ attenzione dei critici nel luglio del 2018, vedi ad esempio https://www.umbriaway.eu/2018/07/08/premio-hombres-itinerante-e-cdg-ii-e-ultima-puntata-ringraziamenti/, anche se ufficialmente il CARPA DIEM romanzo presente in rete, con una avventura che lo coinvolge a Torino, lo battezza ufficialmente molto prima. Poi nel Settembre 2019 questa proiezione sgangherata dell’ autore fa di nuovo capolino, vedere per esempio il primo posto di Rieti https://www.umbriaway.eu/2019/09/15/premi-letterari-a-rieti-con-montegrappa-edizioni-il-cap-06025-sale-sul-podio-con-lo-strano-caso-del-grifone-di-giada/ e ora il detective continua a far parlare di sé con l’investitura ufficiale della premiazione di ieri. Che dire? Certi personaggi stanno in piedi da soli una volta che dopo mille vagiti vengono messi in pista. Tutto il ciclo di Carpa è accompagnato da una terribile presenza, quella del DRAGO, rappresentazione simbolica del terremoto, che con il suo aforisma principe, la minaccia é più forte dell’ esecuzione, promette potenziali disastri ogni volta che si risveglia da quei dieci-quindici anni di letargo. Se per la cultura occidentale il drago è da interpretarsi come qualcosa di malvagio e demoniaco, in questo racconto compare l’altra versione dell’ ossimoro, quella benefica della culturale orientale, che vede nel drago una creatura mitologica portatrice di fortuna e di buoni auspici, come sarà chiaro dalla lettura del racconto. A noi che lo abbiamo scritto questo noir gratta e vinci dal titolo IL RISVEGLIO DEL DRAGO piace molto, ma con spirito critico devo riconoscere che questa volta i miei colleghi hanno fatto meglio per entrare sul podio! Ecco l’incipit letto durante la premiazione per torturare (o allietare) i presenti:
Castagneto Alta è una Ghost Town situata a 1400 metri sopra Spoleto sulle falde del Monte Cattivo. Con quel nome sul navigatore avrei fatto bene a valutare seriamente di muovermi con maggiore cautela in un terreno per me sconsacrato, ma del resto che pericoli avrei potuto correre in un paesino con 4 case isolate che un tempo era stato una ridente località turistica e che solo ad Agosto riviveva i suoi fasti gloriosi grazie ad impavidi escursionisti? Con il senno di poi posso vedere con quale superficiale valutazione avevo trascurato il mio avversario, l’Assessore addetto ai beni culturali nella cittadina di Nocera Ombrosa, Rocco Tamburini. Un buon detective dovrebbe saper leggere i presagi, i tanti segni del destino che vengono sparsi davanti a lui come tante briciole di Pollicino, ma sulle insidie racchiuse in modo criptico dal cognome del mio potenziale carnefice, scoprii qualcosa solo nella tarda serata di quel Venerdì 17 maggio, quando di colpo entrando in un casolare segnato dal catasto a nome Tamburini, ricevetti una roboante colpo in testa che prometteva di mandarmi anzitempo al creatore. Quando mi risvegliai in uno scantinato buio e salmastro, capii che la triade rappresentata dal giorno del mese, più il cognome del mio indagato, più la località in cui si consumava il misfatto era tarata all’unisono per preannunciarmi una sicura tragedia, dal momento che la mia testa rimbombava esattamente come un tamburo. Non deve ingannare l’idea che ero entrato in una proprietà privata, dal momento che avevo regolare mandato da parte del Capitano Minniti, capo della caserma dei carabinieri di Nocera Ombrosa per operare come consulente esterno in virtù del fatto che Tamburini era il principale sospettato dell’omicidio di Egidio Capasso, noto gallerista locale, ritrovato morto due mesi prima nel suo atelier con la testa fracassata da un prezioso bucchero etrusco. Il tragitto che aveva portato all’identificazione del suo presunto assassino era stato tortuoso e solo grazie a quel colpo in testa subito da un attizzatoio capii che la pista che stavo seguendo era sempre stata azzeccata fin dall’inizio, in virtù di una successione di cause ed effetti in cui la pedina aveva finito per smaterializzarsi insieme a una preziosa collezione di ceramiche villanoviane, fino al momento in cui tutto era confluito verso quel casolare abbandonato. Di riflesso cercai l’arma, ma quando la nebbia confusa negli occhi svanì vidi nella penombra un gigante dissonante seduto di fronte che si trastullava con la mia Phantom. L’essere parlò…
Di sicuro essendo Mauro Carpa funzionale alle mie esigenze di divulgazione rispetto a qualche anomalia presente a Nocera Ombrosa, questa storia del noir appenninico è solo all’ inizio. Nel frattempo il plauso va come sempre a Montegrappa edizioni che ha saputo rivitalizzare con delle sfide avvincenti le necessità impellenti dei suoi autori nascosti nell’ oblio (certo per me è pià facile, avevo già brevettato la LETTERATURA CONDOMINIALE negli anni novanta) . Non solo finction, ma anche turismo perché quando si é invitati a celebrazioni ricche di eventi e di musica come quello di ieri (la premiazione articolata su più concorsi é durata tutto il pomeriggio) l’autore presente vede e conosce posti di cui non sospettava nemmeno l’esistenza! Nel frattempo Mauro Carpa che non vuole essere tumulato dalle forze del male senza combattere, ha già adocchiato la sua prossima performances, coming soon!