
Ogni eruzione creativa ha il suo perché e la sua genesi complicata. Persino un vulcano quando esplode non fa altro che mettere in atto in una fase di elaborazione liberatoria con tutta una serie di processi che hanno congiurato nel sottosuolo. Sei di fronte a Guernica di Picasso e pensi che quell’ immagine è solo una creazione dell’artista, invece è solo il processo finale di tutto un collage di studi preliminari e di bozze, di scelte complicate e di riflessioni sentite che hanno portato al prodotto finale, ore e ore di lavoro che in quell’ attimo in cui vedi il tutto non percepisci. Che sia un libro, un film, un fumetto, un quadro quello che sfugge a volte è tutto il lavoro che c’è dietro alla punta dell’ iceberg e di conseguenza anche la fatica che ne consegue. Ma facciamo un passo indietro e iniziamo dalla genesi di questo post. Se metti in pista un claim come “risorse da scoprire e valorizzare” il tuo lavoro diventa quello di scavare e fare il curioso, scartabellare anche dove non ti è consentito. Ora la bellezza di un locale “mangereccio” come il Grottino ( https://it-it.facebook.com/pg/ElGrottino/posts/?ref=page_internal ) consiste nel fatto che c’è una sala lettura a corredo o anche sala delle presunte attività culturali affastellata di ripiani che ospitano dei libri e anche…qualcosa di diverso tipo fumetti! Per caso, aprendo il secondo volume di una trilogia che ai tempi non conoscevo (stiamo parlando di diversi mesi fa) dal titolo Gualdo Terra de Passo, mi sono imbattuto sempre per caso in una tavola in cui veniva espressamente citato un evento di Colle di Nocera Umbra
del 1656 che conoscevo perché riportato anche da Sante Cioli nel suo secondo volume in cui il parallelismo e l’esattezza della notizia rimaneva fondante rispetto alla libera interpretazione del vignettista, l’autore della trilogia Luigi Gaudenzi, non più vivente. Sempre per caso e diciamocelo, con una solenne botta di culo, si veniva a scoprire che nel gruppo di appassionati booklovers locali vi era una delle figlie che con grande cortesia ha rigirato in dono al sottoscritto addirittura l’intera triade della storia di Gualdo a fumetti! Quindi ripartiamo dall’ inizio. Che Umbriaway Consulting ancora prima di incappare in questo divertentissimo (l’aspetto ludico e il senso dell’ ironia dell’ autore aiutano a assimilare una consistente cronologia di eventi alla base che non sono date liberamente interpretate, detto in altro modo, si apprendono cose del territorio senza poderosi mal di testa) documento storico triumvirale (un neologismo per far inorridire l’accademia della crusca?) avesse in testa di approfondire la questione della storia locale lo testimonia una pagina qualsiasi del portale tipo http://www.umbriaway.eu/castrum-collis/ e che il fumetto da sempre sia un arte espressiva che non può essere trascurata lo si può evincere sempre da risorse presenti nel portale come http://www.umbriaway.eu/2017/12/31/come-possiamo-definire-la-nobile-arte-del-fumetto-risponde-agenzia-web-marketing/, semplificando se mi ritrovo la botte piena e la moglie ubriaca allora è facile che 1+1 mi possa dare come risultato anche l’uva sulla vigna, perché di fatto questi tre volumi a fumetti sula storia di Gualdo sono un autentico toccasana intellettuale non solo per la qualità del taglio vignettistico di questo portentoso affresco (tre volumi, il primo dalla genesi di Taino al rinascimento, poi ripreso per arrivare all’ unità d’Italia nel secondo volume per chiudersi con l’era moderna nel terzo volum
e) ma anche per i testi che lo stesso Luigi ha elaborato a sostegno per raccontare la sua visione della storia, una libera divagazione vincolata però a date solide citate da fonti sicure, come del resto la sezione bibliografia a fondo pagina in ogni volume può testimoniare. Insomma per dirlo in sintesi senza tante mezze misure, un “lavoro della madonna” che oltre ad essere utile, spassoso e divertente (perché il fumetto ha queste caratteristiche trasmissive) è didattico perché ci fa riflettere sulla storia del nostro habitat. A questo punto però bisogna resettare tutto e ripartire da capo, altrimenti non si capisce perché il vignettista in questa triade ci abbia messo passione, impegno e talento che viene percepito fino in superficie incuriosendo il lettore. Torniamo al famoso momento della famosa peste di Colle di Nocera Umbra, esplosa nel 1656 che conosco bene come evento, perché un mio lontano parente, un certo don Francesco Faraoni, era a capo della parrocchia in quel periodo, il tutto raccontato nel secondo libro sulla storia di Colle a firma di Sante Cioli, che scrive nelle sue cronache: “14 luglio 1656. Memoria del tempo che comincio la peste nel Castello di Colle, che la che la portò Giapechetto da Vergilio da le maremme per via di un napolitano per essersi accompagnato con lui il giorno e la notte morì il detto Napolitano; e lui lo circò e gli levò alcune robbe e i dinari”. Ora analizziamo quanto riportato da Luigi in una vignetta dove contestualmente riporta la stessa data 1656 come avvio del contagio: “…comincio la peste nel Castello di Colle che la portò Giapechetto da Vergilio da le maremme per via di un napolitano che la notte morì e lui lo circò e gli levò le robbe e i dinari (insomma lo derubò) ”.
Il libro Storia della parrocchia di San Gregorio e San Romano in Castro Collis è del 1986 mentre il secondo volume della triade di Luigi Gaudenzi è del 1996. Tradotto quando ho visto la vignetta ho pensato, però questo artista sa il fatto suo, costruisce la sua rappresentazione visiva su informazioni reali, poi ci sta che l’affabulatore ci costruisca sopra le sue libere interpretazioni, come sottolinea del resto lo stesso Luigi in tutte le copertine dei suoi tre stupendi volumi. Per la cronaca sia Cioli che Gaudenzi fanno riferimento a un documento di un prete contemporaneo locale, don Simone di Giovanni Mancia, che si è espresso come sopra attingendo ai registri parrocchiali dell’ epoca conservati negli uffici dello stato civile di Nocera, insomma per farla breve poca fuffa e tanta sostanza, in quanto la credibilità della cronologia usata per costruire le fondamenta storica della trilogia è inconfutabile. A questo punto bisognerebbe ripartire dall’ inizio e estrapolare altre cose interessanti, ma la cosa migliore è invece godersi questi tre stupendi volumi a firma del compianto Luigi Gaudenzi e divertirsi imparando un po’ di storia, magnifico espediente didattico da usare in un fumetto come filosofia trasmissiva della conoscenza in versione easy! Dulcis in fondo non poteva mancare una banalità: quando si legge della storia di Gualdo come in questo lavoro, di fatto si attinge alla storia di tutte le zone confinanti, da Perugia a Fabriano e con tutti i Papi di mezzo, per cui gli eventi che vengono narrati riguardano indirettamente anche gli stranieri di Gubbio e i bellicosi (al tempo) nocerini!
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