La guerra a Gualdo Tadino si fa con i libri
Una sana guerra delle idee si svolge con cadenza regolare a Gualdo Tadino con il club degli amici del libro. Di questi tempi di esplosioni simili che fanno chiasso sì ma danni zero ce sta proprio bisogno direbbero a Roma. Lo si sa la regione che galleggia tra i cap 06025 e 06030 non é che sia simile alla Los Angeles di Ellroy o al noir di stampo giornalistico di Connely e chi cerca forti emozioni da aspirante compositore letterario seppure schiacciato da una natura incombente per racimolare stimoli culturali e catturare idee nuove per le sue trame in working-progress deve appunto spingersi dalle parti di Gualdo Tadino dove un gruppo strano di esseri-parlanti si riunisce con regolarità in agenda per parlare di libri. Il ceo di Umbriaway da perfetto infiltrato guelfo o ghibellino in questo posto c’è finito per caso su segnalazione di Tizio che a sua volta conosceva Caio e che a sua volta era collegato a Sempronio. Un libro può piacere o non piacere ma di sicuro rappresenta una risorsa perché può anche in alcuni casi una volta lette le modalità di somministrazione e gli effetti collaterali risvegliare le coscienze che é poi quello che accade con “sostiene Pereira” di Tabucchi, dove il protagonista noioso e stereotipato, inserito in una serie di operazioni meccaniche e in una protettiva zona di confort realizza che qualcosa non funziona nel regime di governo vigente che cerca di far leva sull’ apatia dei molti per rafforzare la sua egemonia. Visto che il libro parla anche di congregazione delle anime l’animata discussione su questa lettura si é svolta seduti in cerchio per la condivisione da perfetti carbonari dei contenuti e la scomposizione-vivisezione del testo con tutti i suoi ma e i suoi perché é stata masticata presentando alla fine un puzzle con diverse chiavi di lettura e significati che malgrado l’insistenza ipnotica e ridondante del sostiene Pereira con il quale l’autore sembrerebbe scaricare le sue responsabilità nella narrazione (non l’ho detto io, lo sostiene Pereira!) appare intrigante addirittura a un perfetto sconosciuto in questo caso io medesimo. Non sono mancati i momenti ironici di guerriglia (anche io ho letto questo libro, sottolineando una coercizione esterna abbastanza fastidiosa ha esordito con un curioso incipit una partecipante quando é arrivato il suo turno) e qualche poderoso effetto Krasin spaccaghiaccio che ha rovesciato i termini della discussione massonica con un lapidario e secco a me non é piaciuto perché….PUNTO! Insomma una serata alternativa divertente e interessante dove l’inventore della letteratura condominiale racimolava a fine serata anche un libricino curioso un pò fantasy e un pò alla Buzzati di un certo Mario Fioriti intitolato ermeticamente “la collina del Sengh” che parla di una gigantesca trattativa per sventare i rischi di una guerra che tenta di smussare angoli tra vecchie e nuove generazioni allo scontro. Di sicuro la congregazione delle anime appassionata di libri e lettura e magari animata da ambizioni di psico-espressione-creativa si cimenterà forse anche su questo testo o forse andrà a fare pezzettini con la sua critica efferata (si fa per dire :-)) qualche altro titolo del nostro tempo ma di sicuro altro non farà che manipolare bombe di carta che possono solo operare trasformazioni benefiche, nessuno si é mai ammalato leggendo un libro direbbero forse sulla collina simbolica del Sengh. Prossimo appuntamento top secret, sembra che potrebbe arrivare qualche nome legato al mondo del cinema. Citazione doverosa visto che i libri sono legati a tutte le discipline trasversali come al cinema e al fumetto e magari a qualcuno verrà voglia più avanti di fare delle serate anche di contaminazione cinematografica dove magari si parlerà anche di quel regista polacco piuttosto che sovietico per allargare lo spettro di analisi creativa anche sull’ immagine pura strettamente correlata alla parola scritta. Calma, calma. Niente voli pindarici. Prima bisogna tritare e fare a pezzi (in senso propositivo) un altro libro!